C’è chi nel golf cerca solo la vittoria. Poi c’è Miguel Ángel Jiménez, che del golf ha fatto uno stile di vita. Il suo approccio al green è tutto fuorché convenzionale: rilassato, inconfondibile, quasi teatrale. Ma a renderlo unico non è solo il talento con la mazza in mano.
È il modo in cui vive, respira e interpreta il mondo attorno a sé — con un sigaro acceso tra le dita, un bicchiere di whiskey in mano e un sorriso che dice: “Questo è il mio gioco, a modo mio”.
A vederlo, cappellino calato sugli occhi e passo da gentiluomo d’altri tempi, Jiménez ricorda più un attore del cinema europeo che un atleta. Eppure è uno dei golfisti più longevi e rispettati del circuito professionistico. Ma il suo vero marchio di fabbrica? Non sono solo i colpi precisi o la straordinaria elasticità a 60 anni suonati. È quella passione per i sigari che non abbandona mai. Né prima di una gara, né dopo.
Fino a metà articolo, non si è ancora parlato a fondo di cosa davvero distingue Jiménez. Ed è qui che tutto prende forma: per lui, il sigaro non è un vizio. È un rituale. Una pausa di riflessione. Una coccola tra un allenamento e una buca. Non lo nasconde. Anzi, lo esibisce con orgoglio. Anche durante le interviste o nei momenti ufficiali del tour. È parte della sua identità, tanto quanto lo swing fluido o le Porsche che colleziona.
Ma questa abitudine non nasce dal nulla. Jiménez ha raccontato in più occasioni come il sigaro lo aiuti a entrare in una “zona di calma mentale”, una sorta di reset tra un colpo e l’altro. “C’è qualcosa di profondamente rilassante nell’aroma e nel gesto,” ha detto una volta, mentre spiegava come si prepara mentalmente a una competizione importante. E non è difficile credergli: il suo stile rilassato, spesso scambiato per eccesso di sicurezza, è in realtà il risultato di una disciplina tutta personale, fatta di piccoli rituali e grandi passioni.
Questa visione della vita si riflette anche nel modo in cui interagisce con gli altri giocatori e con il pubblico. Jiménez non corre mai. Non si agita. Sorride spesso, e sa trasformare ogni torneo in una rappresentazione scenica, senza mai perdere di vista la competizione. È un esempio raro di come si possa essere seri senza mai essere seriosi.
Dietro al personaggio c’è però un professionista rigoroso, con oltre 20 vittorie nel circuito europeo e una carriera che attraversa tre decenni. Ma è proprio il contrasto tra rigore atletico e piacere quotidiano che affascina. La passione per i sigari, in questo contesto, diventa una dichiarazione di libertà. Un messaggio, forse, rivolto a tutti quelli che prendono tutto troppo sul serio.
Chi lo guarda giocare si chiede spesso: è il sigaro che lo rende così calmo, o è la calma che gli permette di godersi il sigaro? Una cosa è certa: Miguel Ángel Jiménez ci mostra che si può essere competitivi senza rinunciare al piacere, anzi, che forse il segreto sta proprio lì. E allora, vien da chiedersi: quanto conta davvero vincere, se nel frattempo ci si può godere ogni singolo tiro con un sorriso e un buon sigaro?
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