Negli ultimi tempi, il portafoglio dei fumatori è messo sempre più alla prova. Se ti è capitato di passare davanti a una tabaccheria e notare qualche faccia perplessa, il motivo è semplice: il costo del fumo è salito ancora.
Ma stavolta, la stangata non riguarda solo le classiche sigarette. Anche gli amanti dei sigari devono fare i conti con rincari tutt’altro che simbolici.
Chi pensava che i sigari fossero al riparo da queste manovre fiscali, si sbagliava. Il governo ha infatti ritoccato verso l’alto le accise, non solo sulle “bionde”, ma anche sui prodotti da fumo meno consumati ma altrettanto diffusi. E sì, questo include sigari, sigaretti e tabacco trinciato.
La misura è parte del più ampio intervento contenuto nella Legge di Bilancio 2024, che prevede un aumento progressivo delle accise fino al 2026. In parole semplici, ci si troverà a pagare sempre di più, anno dopo anno. Secondo quanto riportato da Money.it, per alcuni prodotti il rincaro è già visibile: fino a un euro in più per pacchetto di sigarette, e aumenti proporzionali anche per i sigari.
Il meccanismo è piuttosto chiaro: da gennaio 2024, la tassa fissa per ogni 1.000 sigari è passata da 135 a 145 euro, con una percentuale minima del 5%. Tradotto in pratica, i sigari di fascia media e alta – quelli che in genere si acquistano per momenti speciali o come segno distintivo – potrebbero costare anche 30 o 40 centesimi in più l’uno, se non oltre. E si parla di un primo step, perché il piano prevede ulteriori rincari nei prossimi due anni.
Certo, chi fuma un sigaro solo la domenica o nelle occasioni speciali sentirà meno il colpo rispetto a chi consuma regolarmente. Ma resta il fatto che fumare sta diventando sempre più un lusso. In un certo senso, è una scelta coerente con le strategie sanitarie europee: rendere meno accessibile un prodotto nocivo per ridurne il consumo.
Ci sono poi anche altre ricadute da considerare. Il rincaro colpisce non solo i consumatori, ma anche rivenditori e piccole attività legate alla cultura del sigaro. Tabaccai, club di appassionati, eventi a tema… tutti dovranno fare i conti con un mercato che cambia. C’è già chi teme una flessione nella vendita dei prodotti di fascia alta, e chi inizia a guardare con più interesse ai dispositivi alternativi come sigarette elettroniche o riscaldatori di tabacco, che – almeno per ora – godono di una tassazione più favorevole.
Ma la vera domanda, alla fine, è questa: quanto siamo disposti a pagare per il piacere di un tiro lento, aromatico, quasi rituale?
Per alcuni, il sigaro è una passione, una cultura, un momento da godersi senza fretta. Per altri, un’abitudine destinata a cambiare. Ma una cosa è certa: se il trend continua così, il prezzo da pagare – in tutti i sensi – sarà sempre più alto.
E tu, lo accenderai lo stesso?
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