I sigari e il fumo fanno male alla salute, ma sfatiamo questi miti non corretti

Parlare di sigari oggi significa camminare in equilibrio su un filo sottile. Da un lato c’è l’aspetto culturale, storico, persino rituale; dall’altro ci sono le preoccupazioni legate alla salute e al fumo in generale.

Ma siamo sicuri che tutto ciò che si dice sia davvero corretto?

un uomo su un'auto turchese che fuma un sigaro
I sigari e il fumo fanno male alla salute, ma sfatiamo questi miti non corretti (SigariAvana.it)

Intendiamoci subito: fumare fa male, su questo non si discute. Nessuno dovrebbe iniziare a fumare pensando che sia salutare. Ma mettere nello stesso calderone sigarette e sigari è come paragonare un fast food a una cena gourmet: la differenza non è solo nel gusto, ma nel modo in cui si consuma, nella frequenza e negli effetti.

Una delle principali differenze tra chi fuma sigari e chi fuma sigarette è l’inalazione del fumo. Chi fuma sigarette lo fa inalando direttamente nei polmoni. I fumatori di sigaro, invece, tendono a non inalare, ma a trattenere il fumo in bocca per assaporarne gli aromi. Questo non annulla del tutto i rischi, certo, ma riduce drasticamente l’impatto polmonare.

Un altro elemento che spesso sfugge ai discorsi generalisti è la frequenza di consumo. Il fumatore abituale di sigarette accende decine di sigarette ogni giorno. Chi ama i sigari, invece, li considera spesso un piacere raro, da concedersi ogni tanto, magari in compagnia o in un momento speciale. Anche qui, il rischio cumulativo è diverso, perché tutto dipende dalla quantità e dalla regolarità.

Sigari e sigarette

Le sigarette commerciali sono notoriamente ricche di additivi chimici, pensati per aumentare la dipendenza o mascherare odori e sapori. I sigari premium, invece, sono prodotti artigianali, fatti con foglie di tabacco intere, fermentate e stagionate naturalmente, senza l’aggiunta di sostanze artificiali. Questo non li rende salutari, ma li distingue molto in termini di purezza e lavorazione.

due sigari
Sigari e sigarette (SigariAvana.it)

Un altro luogo comune da rivedere: “basta un sigaro per diventare dipendenti”. Non è così. Il contenuto di nicotina nei sigari è alto, ma, come detto prima, l’inalazione è assente o minima e spesso il consumo è saltuario. Chi fuma un sigaro al mese, ad esempio, difficilmente sviluppa una dipendenza fisica.

C’è poi un aspetto che sfugge alle statistiche ma che incide nella percezione: il sigaro è spesso associato a rituali di rilassamento, a momenti di riflessione o celebrazione. In molte culture, rappresenta qualcosa di più che un semplice gesto. È un oggetto che racconta storie, viaggi, tradizioni. E questo, anche se non cambia gli effetti fisiologici, cambia il modo in cui viene vissuto.

In fin dei conti, demonizzare tutto senza fare distinzione rischia di creare solo disinformazione. È giusto conoscere i rischi — e ce ne sono — ma è altrettanto importante distinguere le pratiche, i contesti e le modalità.

La domanda allora non è “fa male?”, ma forse: come lo vivi tu questo piacere? E quanto ne sai davvero di ciò che stai fumando?

Se vuoi approfondire, esistono studi indipendenti e fonti attendibili che mettono a confronto i diversi tipi di consumo del tabacco. A volte, la verità è molto più sfumata (e profumata) di quanto ci raccontano le scritte sui pacchetti.

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